Atti seminario
Intercultura/integrazione/inclusione
3 e 4 giugno 2021
Proteo Fare Sapere Palermo
A cura di Eliana Romano, Presidente associazione professionale Proteo Fare Sapere
Sicilia/ Palermo
Premessa
Quando abbiamo iniziato a riflettere sulle ragioni della Conferenza di programma, letto
il Protocollo pedagogico, studiato i documenti prodotti, abbiamo colto una forte volontà etica,
prima ancora che pedagogica, di dare nuovo impulso alla scuola ed alle sue azioni strategiche
di costruzione della persona.
Tuttavia, a nostro modesto giudizio, rimaneva in ombra, il grande tema delle
trasformazioni del tessuto sociale, ormai multietnico e transculturale. Un tessuto a trame
complesse, fatto di culture che si contaminano ma che non sempre riescono a dialogare in
modo costruttivo e proficuo, specie nel nostro paese in cui, su questi temi di grande interesse
ma di estrema delicatezza, si allestiscono troppo spesso circhi mediatici e querelle politiche di
basso profilo.
Il volto della nostra società è mutato, indiscutibilmente e così quello della scuola. Eppure,
ancora oggi, un fenomeno così radicato nella storia umana, quale quello delle migrazioni, ha
e continua ad avere carattere emergenziale, resta all’angolo di questioni altre che lo sfiorano,
forse, ma rimane sempre un irrisolto da non risolvere, probabilmente perché torna comodo
resti terreno argilloso e friabile.
Fuori dalle nostre sbrigative considerazioni politiche, restava però l’urgenza di mettere
in maggior luce questa trasformazione sociale e culturale che agisce nelle aule di qualunque
scuola ma che al Meridione, ed in Sicilia, in modo particolare, certamente, assume voci, colori
ed istanze più forti che altrove, combinandosi quasi sempre, con i tanti disagi sociali ed
economici dei territori più fragili. Una miscela di bisogni educativi pressanti a cui non è facile
dare risposte.
D’altro canto, era nostro profondo convincimento che non esiste un’ unica scuola, ma esistono
le scuole in territori diversi, che per quanto frantumati nei loro contorni geografici dalle
pressioni delle comunicazioni veloci, dei social e di tutto quanto ha messo a dura prova il
dialogo sereno, il qui e l’ ora, esistono. Ansimanti, forse, ma ci sono.
In questo senso abbiamo inteso accendere una luce su un fenomeno di trasformazione
sociale in un contesto territoriale specifico, per cercare di capire, attraverso le testimonianze
ed il lavoro di chi agisce in questi contesti, in che modo la scuola possa dare risposte di senso.
Ci siamo accorte, avendo lavorato a lungo in scuole multietniche, che il ritardo della didattica
interculturale è preoccupante e che al di là di eccellenze educative, quasi sempre fondate sulla
buona volontà della comunità scolastica, c’è davvero poco.
Le due giornate avevano questo scopo. Ascoltare, fare tesoro delle esperienze di coloro che
agiscono in prima linea, poi, assunte queste informazioni, spostare il fuoco sul mondo della
scuola. Nella seconda giornata, infatti, abbiamo dato spazio all’amministrazione scolastica
regionale e periferica, soffermandoci su quelle buone pratiche agite con grande fatica e
tantissimo, encomiabile, impegno educativo.
Abbiamo piena consapevolezza che la strada da percorrere per colmare i tanti gap formativi è
ancora molto lunga. L’importante è avere iniziato il viaggio e continuarlo.
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